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L'impugnazione della cartella carente di motivazione può sanare il vizio di nullità della stessa

L'impugnazione della cartella carente di motivazione può sanare il vizio di nullità della stessa

Equitalia emetteva una cartella per il recupero di ammende e multe (di natura non tributaria) relative a una sentenza di condanna in sede penale.

Il destinatario della cartella impugnava la cartella, e il Tribunale la dichiarava nulla per carenza di motivazione.

L'agente della riscossione proponeva ricorso in Cassazione sostenendo, trai vari motivi, che il Tribunale avrebbe dovuto considerare gli eventuali vizi di motivazione sanati per aver raggiunto lo scopo, in quanto il debitore si era difeso compiutamente nel merito.

La Corte di Cassazione, nel ritenere fondato il motivo di ricorso di Equitalia sulla violazione e/o falsa applicazione dell'art. 7 Legge 212/2000 e artt. 156 e 157 codice di procedura civile, ha ritenuto che la cartella di pagamento non tributaria, pur carente di motivazione, abbia raggiunto il suo scopo perché il debitore si era adeguatamente difeso e aveva dimostrato di avere piena contezza della fonte della pretesa nell'unico processo penale a suo carico.

Parole chiave: cartella - motivazione - nullità

Studio Graziotto

REGIO DECRETO 28 ottobre 1940, n. 1443

Codice di procedura civile

Vigente al: 25-4-2016

Art. 156 - Rilevanza della nullità

Non può essere pronunciata la nullità per inosservanza di forme di alcun atto del processo, se la nullità non è comminata dalla legge.

Può tuttavia essere pronunciata quando l'atto manca dei requisiti formali indispensabili per il raggiungimento dello scopo.

La nullità non può mai essere pronunciata, se l'atto ha raggiunto lo scopo a cui è destinato.

Art. 157 - Rilevabilità e sanatoria della nullità

Non può pronunciarsi la nullità senza istanza di parte, se la legge non dispone che sia pronunciata di ufficio.

Soltanto la parte nel cui interesse è stabilito un requisito può opporre la nullità dell'atto per la mancanza del requisito stesso, ma deve farlo nella prima istanza o difesa successiva all'atto o alla notizia di esso.

La nullità non può essere opposta dalla parte che vi ha dato causa, nè da quella che vi ha rinunciato anche tacitamente.


LEGGE 27 luglio 2000, n. 212

Disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente

Vigente al: 25-4-2016

Art. 7 - Chiarezza e motivazione degli atti

1. Gli atti dell'amministrazione finanziaria sono motivati secondo quanto prescritto dall'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 241, concernente la motivazione dei provvedimenti amministrativi, indicando i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell'amministrazione. Se nella motivazione si fa riferimento ad un altro atto, questo deve essere allegato all'atto che lo richiama.

2. Gli atti dell'amministrazione finanziaria e dei concessionari della riscossione devono tassativamente indicare:

a) l'ufficio presso il quale è possibile ottenere informazioni complete in merito all'atto notificato o comunicato e il responsabile del procedimento;

b) l'organo o l'autorità amministrativa presso i quali è possibile promuovere un riesame anche nel merito dell'atto in sede di autotutela;

c) le modalità, il termine, l'organo giurisdizionale o l'autorità amministrativa cui è possibile ricorrere in caso di atti impugnabili.

3. Sul titolo esecutivo va riportato il riferimento all'eventuale precedente atto di accertamento ovvero, in mancanza, la motivazione della pretesa tributaria. 4. La natura tributaria dell'atto non preclude il ricorso agli organi di giustizia amministrativa, quando ne ricorrano i presupposti.

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