La questione affrontata dalla Suprema Corte riguardava un avviso di accertamento col quale venivano riprese a tassazione alcune operazioni ritenute soggettivamente inesistenti, perché fatturate alla contribuente da una cd. "società cartiera".
In sede di appello l'atto di accertamento veniva annullato all'esito di una consulenza tecnica d'ufficio, ma l'Agenzia delle Entrate ricorreva per Cassazione, ritenendo ampiamento provato che la società era una vera e propria cartiera, e sotto questo profilo riteneva la decisione del Giudice di appello in violazione degli artt. 2729 e 2697 codice civile.
Nel rigettare il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, la Cassazione ha ritenuto che il giudice di appello avesse fatto corretta applicazione del principio dell'onere della prova, e che il terzo motivo di ricorso proposto dall'Ufficio veicolasse in realtà censure di merito attinenti alla valutazione el materiale probatorio da parte dei giudici, in contrasto con l'orientamento (definito "granitico" nel corpo della pronuncia) per cui il ricorso in Cassazione non rappresenta uno strumento per accedere a un terzo grado di giudizio nel quale far valere la supposta ingiustizia della pronuncia impugnata.
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Studio Graziotto
- Cass. 428/2015
- Cass. 12650/2017
- Cass. 13238/2017
- Corte di Giustizia Europea, C-277/14
Codice civile
Vigente al: 18-02-2018
Art. 2697 - Onere della prova
Chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento.
Chi eccepisce l'inefficacia di tali fatti ovvero eccepisce che il diritto si è modificato o estinto deve provare i fatti su cui l'eccezione si fonda.
Art. 2729 - Presunzioni semplici
Le presunzioni non stabilite dalla legge sono lasciate alla prudenza del giudice, il quale non deve ammettere che presunzioni gravi, precise e concordanti.
Le presunzioni non si possono ammettere nei casi in cui la legge esclude la prova per testimoni.